Ogni giorno che passa mi rendo sempre più conto che siamo dei privilegiati. Ebbene si, noi che siamo in grado di parlare con i nostri animali, che li guardiamo negli occhi e godiamo dei loro ammiccamenti siamo delle persone speciali e la mia, quella del veterinario, è sicuramente una posizione invidiabile, perchè quotidianamente posso comunicare con queste persone speciali.
Il nostro è un dono, secondo me innato, e che forse gli eventi ti fanno secondariamente acquisire. E’ difficile dal nostro punto di vista non poter amare un animale, così come può essere incomprensibile da parte di un estimatore di musica non ascoltarla ogni giorno. Eppure esistono persone che in casa non hanno radio, lettori cd nè tanto meno uno stereo, così come esistono altrettante persone che vivono benissimo senza il contatto con un animale.
Alcuni clienti alle prime esperienze con il loro primo cucciolo o gattino esprimono la loro perplessità sul fatto di cercare di esprimersi verbalmente con il proprio animale, sottolineando il loro disagio nei confronti degli estranei. Ma loro stessi dicono che non ne possono fare a meno. Li rassicuro dicendo che tutti noi, i folli che parlano agli animali, lo facciamo perchè ci viene da dentro con estrema naturalezza ed è un peccato che questo dono non sia appannaggio di tutti.
Foto: Phillip Island Nature Parks
Di persone speciali ne ho conosciute tante. Ricordo ancora con meraviglia il signore delle scatole. E’ stato uno dei miei primi clienti. Ed il suo Pallino mi regalò una delle mie prime soddisfazioni perchè quel gattino, ipotermico, anoressico che visitai a domicilio doveva morire. Ma lì per lì, nonostante la poca esperienza, mi inventai qualcosa per arrestare la sua malattia e vinsi. Nonostante i molti anni trascorsi, la figlia e il nipote del Signor Nico sono tuttora miei affezionati clienti. Sicuramente la sua famiglia possiede il dono e l’ha trasmesso a tutti i componenti quasi geneticamente.
Il signore delle scatole era un imprenditore che gestiva una fabbrica di imballaggi in cartone a Bargagli, sulle alture di Genova. E lì il Signor Nico interagiva con una numerosissima colonia felina. Non potrò mai dimenticare la sua sagoma entrare nella fabbrica seguito da qualche decina di gatti. Io non potevo che ammirare questo uomo che, attraversando l’intero edificio dall’ingresso agli uffici, dirigeva la sua schiera di gatti come un’orchestra. E questo era possibile perchè c’era un rispetto reciproco fra loro. Lui era senza dubbio un grande comunicatore.
Sicuramente ciò che accomuna tutti noi è l’incapacità di rinunciare alla natura. Nonostante la nostra vita trascorra in scatole di cemento, le nostre esistenze sono rischiarate da pezzi di natura che non possono che arricchire i nostri rapporti umani. Una famiglia può vivere molto felicemente ma, senza dubbio, la presenza di un cane o di un gatto può renderla ancora più completa. Perchè noi siamo natura e la comunicazione costante con un animale soddisfa magicamente un desiderio ancestrale che abbiamo dentro. Spesso percepisco queste sensazioni quando mi trovo di fronte ai miei clienti accompagnati dai loro beniamini. Non è necessario parlarne apertamente. Sono sentimenti che cogli da uno sguardo, da una carezza, talvolta da una lacrima.
Come dicevo ho il privilegio di assaporare pezzi di natura quotidianamente grazie al mio lavoro. Ma devo aggiungere un’esperienza quasi mistica che mi ha permesso di comunicare con la natura in senso assoluto. Qualche anno fa decisi di trascorrere una settimana in una clinica di veterinari specialisti posta nell’altro emisfero, esattamente a Melbourne in Australia. Mi concessi solo un giorno di vacanza, la domenica a Phillip Island. Avevo sentito parlare della parata dei pinguini come di un evento magico ed imperdibile. Così prenotai dall’Italia la gita nei minimi particolari.
La sera la guida mi condusse poco prima del tramonto davanti all’oceano. Eravamo poche decine di persone a circa un centinaio di metri di distanza dalla spiaggia in attesa di un evento che in modo sorprendente si ripete ogni giorno. Tutti religiosamente in silenzio eravamo pronti ad un qualcosa di bello da vedere, ma personalmente non mi aspettavo potesse essere così sublime. Non appena il cielo si tinse di rosso cominciarono ad affiorare dall’acqua timidamente pochi soggetti coraggiosi. Erano i primi pinguini disposti a farsi importunare dalle urla sguaiate dei gabbiani. Ma ben presto i pinguini divennero decine, centinaia.
Foto: Phillip Island Nature Parks
Si disposero in fila indiana e noncuranti della nostra presenza si diressero verso di noi per poi raggiungere i loro nidi interrati nelle colline poste alle nostre spalle. Non ci potevo credere. Dei piccoli animaletti paffutelli alti poco più di due spanne ciondolavano a pochi centimetri da noi. Avevano imparato a non aver paura dell’uomo e ci passavano vicino come se nulla fosse. Un regalo dettato in realtà da un profondo reciproco rispetto tra uomo e pinguino.
Un dono simile lo aveva avuto il Signor Nico con la sua colonia nella fabbrica di scatole. Si era col tempo conquistato il rispetto dei suoi gatti ed ogni giorno riceveva il dono della loro presenza.
Quella notte a Phillip Island i pinguini mi sono entrati nel cuore, regalandomi una sensazione che auguro a tutti di provare almeno una volta nella vita: quella di sentirsi un tutt’uno con la natura.
Luca Ansaldo